La forza della Mille Miglia
fu probabilmente quella di realizzare una gara al passo con i tempi, ogni anno
la gara Bresciana si rinnovava, adeguandosi alle condizioni e al contesto che
l’Italia stava vivendo. Un esempio appare immediatamente nell’anno 1933, quando
si aspettava con grande trepidazione la categoria sino a 1100 cc, all’interno
della quale le nuovissime Fiat 508 Balilla, presentate al Salone dell’Auto di
Milano ad aprile dell’anno prima, avrebbero sicuramente ricoperto un ruolo di
primaria importanza.
Come era facile prevedere,
l’edizione 1933 delle vetture fino a 1100 cc, fu vinta dalla 508 S Balilla
dell’equipaggio Ricci-Maggi e l’attenzione verso le auto utilitarie fu tale da
istituire da lì a breve la categoria “Turismo Nazionale” fino a 750 cc, che
spalancò le porte alla popolarissima Fiat 500 “Topolino”.
Aprire le iscrizioni anche
alle vetture di piccola cilindrata, non significava solamente garantire alla
Mille Miglia più iscritti, ma permetteva a centinaia di piccoli preparatori e
carrozzieri, di testare le proprie innovazioni in un banco prova che non era
possibile trovare partecipando ad altre competizioni.
La visibilità della Mille
Miglia crebbe sempre di più, garantendo ai partecipanti, sia preparatori che
costruttori, un ritorno commerciale assicurato, tale da giustificare l’ingente
dispiego di risorse da utilizzare durante l’estenuante gara di 1600 km.