Ogni
Mille Miglia ha il suo colore, quella del 1955 non fu rossa!
Un
piccolo presagio si era avuto già dieci mesi prima, quando scesero in pista,
sul circuito di Reims, le modernissime Mercedes-Benz W196, monoposto nate per
il Campionato di F1. Naturalmente, l’impegno imponente richiesto dalla massima
Formula, sacrificò per un primo momento l’interesse agonistico in altri ambiti.
Ma l’anno successivo la Casa di Stoccarda decise di ampliare l’attività
sportiva anche verso la Mille Miglia, edizione 1955.
Iniziarono
così i test di una vettura derivata direttamente dall’esperienza della F1, con
i freni a tamburo anteriori all’interno del corpo vettura, l’iniezione diretta
e la distribuzione della valvole del tipo desmodromico. Il dispiegamento di
mezzi e risorse, che la Casa mise nella Mille Miglia, fu talmente importante
che non si limitò allo schieramento delle “sole” quattro 300 SLR nella
categoria maggiore, ma furono iscritte anche tre berlinette 300 SL nella categorie
oltre 1300cc e quattro 180 D nell’inedita categoria “Diesel”.
A
poco servì l’impegno di Ferrari che, in veste ufficiale, iscrisse tre 118 LM,
una 121 LM e una 750 Monza. La vittoria andò all’equipaggio Moss-Jenkinson che,
con la loro 300 SLR, arrivarono al traguardo alla spettacolare media di 157,650
km/h. Record assoluto destinato a rimanere imbattuto fino alla fine della Corsa
stessa, nel 1957.
Ironia
della sorte, neanche le nuovissime Alfa Romeo Giuletta Sprint riuscirono a
vincere la loro categoria sino a 1300cc, battute dalle Porsche 356…
Fonte:
www.mmdesignexperience.it