Il Professore Luca Bradini, Architetto, ricercatore
e PHD in Disegno Industriale, ha concentrato le sue attività di ricerca sul
Transportation Design, sul Design per la Microgravità e sul Design degli spazi
abitativi minimi. Ha insegnato presso la facoltà di Architettura dell’Università
degli studi di Roma “ La Sapienza” ed è docente nel corso di Laurea Disegno
Industriale ed Ambientale presso l’Università di Camerino. Dal 1992 collabora
con la Zuccon International Project uno dei più grandi studi di progettazione
italiani specializzati in trasporti e Yacht Design.
Nella breve intervista, il Professore delinea, con
estrema chiarezza e sincerità, l’atteggiamento che i giovani creativi
dovrebbero avere nei confronti del mondo dell’Industrial Design, definendo il
vero valore di una trasversalità con metodo e dell’interazione costruttiva con
il web e con i concorsi come mezzi per l’affermazione.
Mille Miglia Design Experience offre ai giovani
designer la possibilità di immaginare l’auto per la Mille Miglia del Futuro. I
concorsi possono essere un buon trampolino di lancio e un motivo di stimolo per
un giovane designer?
Credo che l’elemento sostanziale perché un concorso
sia un efficace volano per l’affermazione di nuovi e giovani designer, sia
quello di pensare non al lancio di nuovi designer ma al lancio di nuove idee, e
per idee intendo proposte progettuali che testimonino una conoscenza ed una
maturazione del designer nel campo dell’innovazione e dove il risultato finale
sia sintesi di un processo ideativo in grado di fornire contributi innovativi
al prodotto.
Un buon concorso è quello che stabilisce un
concreto legame tra il contesto (in questo caso la Mille Miglia Design
Experience mi sembra ottimale) e le richieste di progetto, maggiori sono i
vincoli di inquadramento più concretezza si da al concorso e quindi ai suoi
risultati.
Quanto conta per un designer essere trasversali,
ovvero non concentrarsi esclusivamente su un campo ma esplorare più settori
possibili? In questo modo si può rischiare di perdere in professionalità o può
rappresentare una marcia in più?
Un designer deve essere trasversale ma deve avere
un’idea molto precisa del metodo e del processo del progetto, l’esplorazione
dei campi è necessaria, utile fondamentale, ma il designer deve affrontare la
trasversalità con un metodo strutturato, autonomo e preciso, in grado di
valutare i confini delle differenti competenze, sapendosi inserire e
contribuire in modo strategico ma mai in modo autarchico. E’ nella natura del
progettista cimentarsi con scenari differenti, la professionalità che si acquisisce
è fondamentale ma è tale se condotta con un approccio metodologico autonomo,
altrimenti si rischia di non riuscire mai a determinare una scelta ma piuttosto
a sintetizzare delle volontà altrui.
L’esplosione di internet nell’ultimo decennio ha
stravolto i concetti di comunicazione, permettendo anche ai giovani una
pubblicità illimitata a costo zero. Crede nella forza del Web, inteso in tutte
le sue sfaccettature (siti specializzati, social network, blog…) per comunicare
le novità e le idee dei giovani designer?
Piuttosto che credere nel WEB, mi sembrerebbe
tardivo affermare la forza di un fenomeno che ormai è consolidato, credo nella
capacità che ha il WEB di raggiungere in modo efficace una molteplicità di
utenti, il tema dei contenuti è a mio avviso al centro della riflessione da
fare. Il WEB è la nuova forma popolare di comunicazione, se non sei nel web
rischi quasi di scomparire, ma il web è un mezzo e non da sostanza e contenuti
al tuo lavoro solo per il fatto che li immetti nella rete.
Probabilmente il problema principale è la sottile
forma di “omologazione” dei prodotti che il web contiene, pensando all’
affermazione che “l’essenziale è invisibile agli occhi” direi che nel web “i
contenuti sono invisibili all’occhio” ma sono essenziali e se ci sono fanno la
differenza. Quindi se immaginiamo il web come una virtuale vetrina, i nostri
lavori possono essere immessi in bellissime vetrine ma quello che poi si porta
a casa è il prodotto e non la vetrina, pertanto anche in questo caso comunicare
le novità e le idee deve essere fatto dando forte consistenza ai contenuti che
tali idee e lavori sottendono, comprendendo che c’è una abissale differenza tra
retorica pubblicitaria ed informazione.
Fonte:
www.mmdesignexperience.it
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