venerdì 1 marzo 2013

La Giuria si racconta: Prof. Paolo Fiorillo - Prof. Riccardo Silimbani





La giuria di Mille Miglia Design Experience abbraccia fronti diversi, dal giornalismo all’ingegneria, passando naturalmente per il design ed ogni giurato, a suo modo, ha sempre fatto dell’integrazione con i giovani un importante punto di forza. Il prestigio di un concorso si vede soprattutto dalla giuria che dovrà valutare i lavori, Mille Miglia Design Experience ha curato con moltissima attenzione questo aspetto, coinvolgendo personalità che hanno fatto del mondo dell’automotive e del design non solo una professione, ma anche una ragione di vita. 

Lasciare la parola a chi riesce ad alimentare di giorno in giorno quest’amore per il mondo creativo ed automobilistico è un atto dovuto, i due mesi e mezzo che ci separano dalla spettacolare premiazione, ci permetteranno di conoscere il pensiero, i consigli e le storie della nostra Giuria.

I Professori Paolo Fiorillo e Riccardo Silimbani sono il primo esempio di come questa passione non si trasformi solamente in lavoro, ma diventi un continuo laboratorio di formazione aperto ai giovani. Sono stati i primi a catapultarsi in un’esperienza unica in Italia partecipando alla Shell Eco-marathon, gara di ecologia a livello mondiale aperta agli studenti. I loro ragazzi si sono sempre distinti nella ricerca facendo tesoro della passione dei loro professori per trasferirla in un futuro lavorativo.

È bello leggere tra le righe di questa breve intervista la sincerità con cui i due professori spronano i ragazzi a non perdere mai di vista i propri obiettivi, cercando quell’attività che gli farà avere soddisfazione professionale a prescindere dal ruolo conquistato nel mondo del lavoro.

Siete stati tra i primi in Italia a coinvolgere giovanissimi studenti per realizzare prototipi ecologici perfettamente funzionanti. Cosa vi spinge ogni anno a spronare i ragazzi in questa continua sfida?

La professione di insegnante richiede la responsabilità di formare dei tecnici ma anche di educare all'uso razionale dell'energia e l'ambiente, questo binomio si è coniugato nella realizzazione dei nostri prototipi ecologici. E' importante per noi responsabilizzare i ragazzi e trasmettere una passione per i veicoli motorizzati in modo da esaltare i comportamenti virtuosi e non solo quelli di competizione finalizzati alla velocità. I veicoli progettati e costruiti dei nostri studenti partecipano a gare nelle quali vince chi consuma meno e questo richiede studi approfonditi su aerodinamica, rendimento dei propulsori, "scorrevolezza" dei veicoli, e largo impiego di materiali compositi o comunque leggeri.

Enzo Ferrari definì la Mille Miglia come “Un Museo viaggiante unico ed affascinante”, ma è anche vero che fu un laboratorio di sperimentazione per Case Automobilistiche, preparatori e carrozzieri. Quanto è importante portare sul campo i propri progetti?

La Mille Miglia è stato un mito per il contesto storico in cui si svolgeva. Il paese rinato dalle macerie di una guerra devastante e proiettato verso un boom industriale ed economico faceva il tifo per piloti e marchi automobilistici che rappresentavano il "sogno" di ogni italiano.

Portare in campo i propri progetti permette di concretizzare con creatività un'idea che sicuramente è frutto di studio e analisi dello stato dell'arte e delle tecnologie. Il successivo confronto e le critiche, positive o negative al progetto realizzato, consentono di formare il carattere delle persone e dei tecnici per migliorare  e rappresentare così uno stimolo a crescere.

L’orientamento attuale è quello di rinnovare ogni cosa nel mondo dell’auto, qual è secondo voi, quell’essenza che invece andrebbe preservata negli anni?

E' giusto che la tecnologia e il rinnovamento non abbia limiti, perciò bene a tutto ciò che migliora le condizioni di sicurezza, comodità, e il piacere della guida (tre cose da preservare); siamo dubbiosi sulle "finte" innovazioni, o sull'impiego di tecnologie improbabili (come l’idrogeno) per la mobilità.Riteniamo comunque che sia da esasperare il modo "sostenibile" di costruire per garantire un futuro al mondo dell'auto.
Non condividiamo  le prestazioni ad ogni costo, ma sarebbe auspicabile poter vedere l'affermazione di artigiani o piccole industrie che curano il particolare o il design; purtroppo la propensione è l'accorpamento dei marchi e la globalizzazione di un mercato. Si tende così a standardizzare le tendenze e a non caratterizzare più le scuole di pensiero.

In questo periodo storico esistono ancora buone possibilità perché i giovani, con la passione per i motori, possano realizzarsi nel mondo del lavoro?

Il momento è difficile, ma con la passione si superano le difficoltà. Vedere studenti che realizzano le loro aspettative nelle industrie che sono affermate qui in Emilia Romagna è una grande soddisfazione (per loro e per noi insegnanti che abbiamo avuto la possibilità di incoraggiarli nelle loro speranze), per cui chi oggi lavora in Ferrari, Lamborghini, Toro Rosso, ha trovato un ambiente fertile per crescere.

Quale consiglio vi sentite di dare?

Impegnarsi sempre al 100% e non perdere mai le motivazioni; è chiaro che 1 su 100 lavora nelle fabbriche sopracitate, ma ci sono studenti che lavorano con ugual soddisfazione presso concessionarie o officine di revisione, perché la passione ha permesso loro di farsi apprezzare per le loro competenze ed abilità.



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